martedì 6 aprile 2010

Anche all'estero i giudici non si smentiscono

Tanto per rimanere in tema di vaginate, segnaliamo alcuni casi accaduti negli Stati Uniti e riguardanti donne colpevoli di vari reati ma condannate a pene ridicole se non addirittura inesistenti
  • Debra Lafave: insegnante accusata di stupro nei confronti di un minore, assolta essendosi la procura rifiutata di far testimoniare la vittima della violenza (dunque per un "cavillo")
  • Louise Woodward: babysitter rea di aver fracassato il cranio del bambino che accudiva come forma di vendetta nei confronti dei genitori con i quali aveva litigato. Condannata a pochi mesi di carcere con la formula time served
  • Dalia Dippolito: commissiona l'uccisione del marito per prendergli la casa e i soldi. Purtroppo per lei il killer era in realtà un agente in incognito. Arrestata e subito messa ai domiciliari solo per il fatto che l'omicidio non è mai stato realmente eseguito. Nel video che vedete sotto, la polizia la inganna informandola che l'uomo è stato ucciso: meriterebbe un Oscar per la recitazione


  • anonima texana giudicata colpevole di aver picchiato selvaggiamente, insieme al marito, la figlia di appena 19 mesi mandandola in ospedale con diverse fratture. L'uomo è stato condannato a 15 anni, mentre alla donna è stata concessa la libertà vigilata, con la condizionale di non fare più figli: la signora ha accettato subito l'offerta del giudice, che in Texas hanno ampi poteri nello stabilire le condizioni di una libertà vigilata

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